giovedì 20 ottobre 2011

In 10 mesi 14 leggi dei parlamentari

Editoriale Radio Onda Libera del 20 ottobre 2011

Da gennaio a metà ottobre, in quasi dieci mesi, sono state approvate 14 leggi di iniziativa parlamentare. Un'attività scarsa, scarsissima anche rispetto al 2010 che aveva segnato i minimi storici con 58 provvedimenti varati sempre nell'arco dei primi dieci mesi. Adesso siamo scesi addirittura a 50. Se poi dal totale si tolgono le ratifiche di trattati internazionali, atti dovuti che non comportano alcun impegno, si cala ancora a 31, contro 36 dell'anno scorso. E poi va detto che la maggior parte di queste leggi, diciassette, non sono altro che conversioni di decreti o frutto di altre proposte governative.

Insomma si può dire senza timore di offendere nessuno che c'è il rischio concreto di una paralisi dell'attività legislativa. Del resto in un parlamento di nominati e non di eletti l'iniziativa non può che essere ridotta al lumicino. Questo è un altro aspetto che si può inserire nel capitolo definito costi della politica. Poi, altra osservazione, non si tratta solo di produttività ma anche di qualità.
Tra le leggi partorite dal sudore dei parlamentari c'è quella che riguarda l'insalata lavata e imbustata oppure quella che cambia il nome a un parco. E ancora nello scarno elenco troviamo una leggina che istituisce la «Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali», che dice più o meno questo: il 9 ottobre di ogni anno si possono fare delle manifestazioni per sollevare l'attenzione su questo tema, però senza spendere un euro di fondi pubblici e senza andare in vacanza.
La scarsa produttività e qualità non farebbero scalpore se contemporaneamente altri provvedimenti, più seri e incisivi, procedessero spediti verso l'approvazione. Invece tanto per fare un esempio si sono persi nei meandri dei palazzi il disegno di legge anticorruzione, il codice delle autonomie locali, la proposta per ridurre il numero dei parlamentari.
Una fotografia indecente del sistema politico, e la causa sta a nostro avviso nel fatto che il parlamento è fatto da nominati, da gente che non ha rapporti con i territori, che non deve rispondere ai cittadini ma ai boss che li ha scelti. E' una seconda repubblica da spazzare via al più presto.    

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