venerdì 21 ottobre 2011

Cambia nome il Pdl, e la politica?

Editoriale Radio Onda Libera del 21 ottobre 2011

Parliamo ancora una volta di politica. Con l'annuncio di Berlusconi che vuole cambiare nome al Pdl, il suo partito inventato, ricordate, su un predellino a novembre di 5 anni fa. Lo ha detto ieri pomeriggio alla riunione del gruppo a Montecitorio. Secondo il suo ragionamento riportato da alcuni fedelissimi il nome Pdl non funziona, è freddo, senza anima. Poi Popolo delle libertà è anche bello ma si usa l'abbreviazione quindi diventa una sigla senza calore.
Il discorso non fa una piega dal punto di vista commerciale, del marketing. Ma un partito dovrebbe essere un insieme di persone, di uomini e donne che si ritrovano sotto gli stessi ideali e valori per fare politica, per elaborare un progetto, per governare un paese, per dare una speranza.


Invece, nella stessa riunione, Berlusconi anziché sfornare idee e azioni per affrontare la crisi si sofferma sulle regole per la comunicazione per chi va ospite nel talk show.  il premier avrebbe chiesto di evitare di dare del tu all'avversario in video, perchè la troppa confidenza potrebbe dar luogo all'effetto teatrino. E ancora, avrebbe invitato i suoi ad usare il linguaggio del corpo per contraddire l'avversario, per esempio scuotendo la testa.
Quasi un minicorso di addestramento per i venditori, gli imbonitori, quelli che devono imporre un prodotto.
Ebbene, tutto ciò ci fa sorridere, e anche scuotere la testa. Primo perché i contenitori sono importanti in politica ma se non hanno contenuti sono destinati a fare una brutta fine. E poi ci piacerebbe che chi ha calcato la scena per quasi vent'anni abbia imparato che la gente non ha l'anello al naso e alle parole non ci crede più.
Insomma anziché pensare all'ennesima operazione di maquillage Berlusconi si ricordi che e' al governo e ha il dovere di governare.  

Nessun commento:

Posta un commento