lunedì 12 giugno 2017

Mancano anche i soldi per curarsi

Editoriale Radio Onda Libera dell'8 giugno 2017

L'anno scorso 12,2 milioni di italiani non si sono curati per motivi economici. Lo dice il Censis con una ricerca secondo cui la spesa sanitaria privata è lievitata a 35,2 miliardi di euro, con un aumento del 4,2 per cento in tre anni (2013-2016). Quindi 12,2 milioni di cittadini italiani hanno rinunciato o rinviato le cure sanitarie per motivi economici. Una fetta di emarginati che è notevolmente cresciuta rispetto al 2015 (più 1,2 milioni).Considerando anche i cittadini che hanno avuto difficoltà e si sono impoveriti per sostenere di tasca propria le spese mediche (intramoenia o in strutture private), la cifra sale a 13 milioni. Di questi, 7,8 milioni sono stati costretti ad attingere ai risparmi di una vita o addirittura a indebitarsi con parenti e amici, fino ad aprire un mutuo in banca. E 1,8 milioni sono precipitati nella fascia di povertà.
In assoluto, secondo un sondaggio Rbm, l’impegno più oneroso è per le visite specialistiche (74,7 per cento), seguito dall’acquisto dei farmaci o dal pagamento del ticket (53,2), dagli accertamenti diagnostici (41,1), prestazioni odontoiatriche (40,2), analisi del sangue (31), lenti e occhiali da vista (26,6), riabilitazione (14,2), protesi, tutori e ausili vari (8,9) e spese di assistenza sociosanitaria.
Il motivo principale per cui si ricorre sempre più spesso al settore privato sono le liste di attesa troppo lunghe nel pubblico. Queste in parte dipendono dal sotto organico cronico di personale e dall’impatto dell’invecchiamento della popolazione sull’organizzazione socio-sanitaria. Con evidenti disomogeneità locali. Qualche esempio: per una mammografia si attendono in media 122 giorni (60 in più rispetto al 2014) e nel Mezzogiorno l’attesa arriva a 142 giorni. Per una colonscopia l’attesa media è di 93 giorni (più 6 giorni rispetto al 2014), ma al Centro di giorni ce ne vogliono 109.
Questo indicatore, il fatto che la gente si curi di meno per motivi economici, è un aspetto triste, una conseguenza della nostra crisi economia che sembra non avere fine. Possibile che la nostra classe dirigente non si accorga di quanto i cittadini soffrano? Di quanto i giovani non abbiano più speranze?

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