lunedì 26 giugno 2017

I ballottaggi premiano il centrodestra

Editoriale Radio Onda Libera del 26 giugno 2017

Ieri ci sono stati i ballottaggi in diversi comuni, 22 capoluoghi, dal nord al sud della penisola. Vediamo subito come è andata. Il centrodestra unito ha vinto senza ombra di dubbio, il Pd è crollato, sconfitto perfino nelle roccaforti rosse e débacle clamorosa a L'Aquila. A Parma si riconferma Pizzarotti. Per M5S poco da festeggiare, ma vittoria storica a Carrara.
Ecco questo in estrema sintesi il quadro. A festeggiare quindi è l'asse Berlusconi-Salvini-Meloni e i numeri gli danno ragione: il centrosinistra si presentava a questi ballottaggi con 14 sindaci uscenti nei 25 Comuni capoluogo, ora ne avrà solo quattro. Mentre la rinvigorita alleanza a livello locale di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia può festeggiare i suoi 15 sindaci appena eletti: gli uscenti erano solo sei.
Il Pd è il grande sconfitto dei ballottaggi. Le uniche note positive arrivano da Taranto e Lecce. Ma le prime reazioni a caldo sono state quelle di minimizzare il voto, liquidandolo come un voto locale, aggiungendo che le elezioni politiche sono un'altra cosa. Vedremo in seguito quali saranno le ripercussioni di questo voto sulla politica nazionale.

Una breve considerazione va fatta di fronte a questi risultati. E cioè che questa campagna elettorale l'hanno dominata i vecchi della politica, vale a dire Berlusconi e Prodi. Il segretario del Partito democratico Renzi si è guardato dall'intervenire, dal mettere becco.
Ora vediamo cosa è successo in Umbria, esattamente a Todi, l'unico comune chiamato al ballottaggio. Qui ha vinto per appena 26 voti di scarto il candidato del centrodestra ed è diventato sindaco Ruggiano che ha battuto Rossini. Un clamoroso ribaltone segnato anche dal calo consistente di affluenza, appena il 58 per cento. E segnato anche dalle polemiche. Perché sono oltre duecento le schede contestate. E di fronte a una differenza così minima le polemiche non sono fuori luogo, anzi sono comprensibili.

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