domenica 12 marzo 2017

Una scelta coraggiosa
che va oltre i campanili

Il punto del direttore del 12 marzo 2017

Tra unione e fusione non ci sono dubbi. Meglio la seconda che la prima, nel senso che è più redditizia sotto tutti i punti di vista. Il processo non riguarda l'aspetto strettamente politico riferito alla sorte di qualche partito, bensì la proposta della Cna di ridurre i Comuni umbri da 92 a 30. Un'idea rivoluzionaria questa, confortata da uno studio dettagliato, che ha suscitato non poche reazioni (positive) e anche qualche dissenso.
L'ipotesi della fusione, ricordiamolo subito, prevede il beneficio di incentivi statali per chi avvierà l'iter entro quest'anno, incentivi che si tradurrebbero in straordinarie risorse che finirebbero nelle casse dei municipi accorpati e quindi a vantaggio delle comunità interessate. Ora, è chiaro che in una regione piccola come la nostra dove primeggiano i campanili parlare di accorpamenti o fusioni vuol dire farsi tanti nemici, invece sarebbe quanto mai opportuno cambiare mentalità e far prevalere quella politica che tiene conto dell'interesse generale rispetto a quello particolare, e questo, sia ben chiaro, non significa rinunciare alla storia e all'identità di un territorio e della sua gente. Ovviamente appena la Cna ha reso noto la proposta, si sono scatenati coloro che timorosi di qualsiasi cambiamento hanno invitato a guardare altrove a non discuterne nemmeno perché calata dall’alto e non partecipata.
Certo, tutto è perfettibile ma il dato di fondo è che questo sistema così come congegnato non regge più, da anni si parla di semplificare le strutture, gli enti e le associazioni, sia per motivi economici che per razionalizzare le funzioni, ma ogni qualvolta si entra nel merito magari con uno studio di fattibilità ecco che si accampano scuse e si trovano ostacoli per impedirne perfino un confronto aperto.
Va detto pero, a onor del vero, che la proposta dell'associazione degli artigiani ha riscosso più condivisioni che critiche negative.
A cominciare dall’assessore regionale alle Riforme Antonio Bartolini che si sta spendendo sull'argomento ed è già passato a una fase operativa con l’organizzazione di un incontro tra le varie componenti. Bartolini ha fatto bene però a ricordare che certi processi vanno condotti a caldo, nel senso di una piena condivisione con i cittadini, e non a freddo come un’imposizione dall’alto.
E allora perché non mobilitarsi in una discussione alla luce del sole tra tutta la popolazione e cercare di venirne a capo magari con una proposta anche più ricca e soddisfacente? L’ha chiesta in primis il direttore di Cna Umbria Roberto Giannangeli dopo aver ascoltato i vari commenti e rivendicando il diritto di esprimere proposte nell’interesse delle imprese considerato che qualora si percorrerà questa strada tante saranno le risorse che arriveranno da queste parti. Insomma la proposta della Cna è una base di partenza per ragionare sul futuro dell’Umbria, farla cadere nel dimenticatoio sarebbe un’occasione persa per cambiare lo sviluppo di questa regione.
Al di là della riforma dal punto di vista politico, va valutato il vantaggio economico della riduzione dei Comuni e cioè i tanti soldi che lo Stato elargirebbe. Non approfittarne oggi può comportare il pentimento domani, Province e Camere di commercio insegnano. Quindi, tanto vale sviscerare a fondo la questione, con discussioni e ragionamenti, e poi pensare al bene comune. E se il bene comune passa per la fusione dei Comuni si tiri fuori un po’ di coraggio e si persegua la strada del cambiamento, soprattutto se c’è tutto da guadagnare e poco da perdere. 
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it



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