lunedì 2 aprile 2012

I piccoli numeri e le care pretese

Il punto del direttore dell'1 aprile 2012

Ci sono delle notizie che al solo leggerle fanno venire l’orticaria ed esplodere l’indignazione. Come quella dell’improduttività dei consiglieri regionali. O dell’ingordigia degli ex presidenti della Camera dei deputati che non rinunciano ai benefit anche se oggi fanno le show girl o i pensionati d’oro. O ancora del rimborso benzina richiesto dai consiglieri comunali di Perugia per andare alle sedute. Ma l’elenco potrebbe essere lunghissimo e lo spazio non sufficiente per contenere tutti i casi. Allora, meglio concentrarsi su qualche punto. L’anno scorso l’assemblea legislativa umbra ha partorito 20 leggi, di cui 14 redatte dalla giunta. Da gennaio a oggi il consiglio si è riunito 6 volte, una volta ogni quindici giorni. Non c’è al mondo un’altra categoria di lavoratori che produce così poco in termini di quantità.
Meglio lasciare da parte la qualità perché sarebbe tutto un altro discorso. Inutile poi fare i seminari sulla funzione delle assemblee legislative quando anziché riappropriarsi e svolgere il ruolo di “parlamentino” della regione ci si limita, e si è pure contenti, a svolgere il compito di “notaio” di ciò che porta l’esecutivo. E’ come se la Camera dei deputati e il Senato si limitassero a recepire pur apportando qualche modifica i provvedimenti del governo Monti. Ma se è così, allora che senso ha avere (e pagare profumatamente) quasi mille parlamentari? Rapportato a casa nostra, che senso ha avere (e pagare bene) 31 consiglieri regionali? Ne basterebbero molti, molti meno. E le finanze dell’Umbria sarebbero più floride anche se a onor del vero bisogna dire che i “parlamentari” umbri percepiscono l’indennità più bassa rispetto ai colleghi del resto d’Italia (6mila euro al mese e qualche spicciolo). 
Azzardare qualche causa nel semi-immobilismo del consiglio è un’impresa, anche se vale la  pena provarci. Una ragione sta sicuramente nella scarsa compattezza della coalizione di maggioranza che mentre in giunta procede tutto sommato unita quando si sposta nel palazzo accanto mostra in tutta la sua evidenza le crepe e le divisioni. Addirittura le spaccature affiorano spesso e volentieri anche nel Pd, il partito di maggioranza relativa dello schieramento.
Un’altra motivazione si può individuare nell’impatto che le diverse inchieste giudiziarie hanno avuto nell’emiciclo di Palazzo Cesaroni, e in genere nella classe politica umbra. Da mesi infatti tra avvisi di garanzia e arresti i partiti sono alle prese con la questione morale, senza riuscire però a discuterne in maniera approfondita e fissare magari dei parametri , dei paletti da cui far dipendere le strategie in materia. Negli ultimi mesi si è assistito a un balletto di dichiarazioni tra garantisti e giustizialisti, tra appelli alle dimissioni e minacce di costituzione di parte civile, tra visite in carcere a titolo personale e non solo.
Comunque, al di là dei motivi esteriori gli effetti sono racchiusi nei numeri che traduce l’indice di produttività. E di questi tempi le cifre parlano , anzi gridano alla grande. Come l’ultimo studio della Funzione pubblica che ha stimato in 2 miliardi di euro le consulenze pubbliche in tutta la Penisola. Oppure le spese pazze per carta e colla liquida assegnate a ogni parlamentare. O ancora la conferma dei privilegi agli ex presidenti fino al 2023, e parliamo di uffici, segretari, auto a disposizione, viaggi a sbafo. E tornando alle vicende più vicine, la richiesta di alcuni consiglieri comunali di Palazzo dei Priori di avere il rimborso del carburante per partecipare alle assemblee. Nulla di strano o di illegittimo dal momento che c’è una legge che lo prevede, ma avanzare tale rivendicazione in questo momento suona un po’ come  una presa in giro. Soprattutto per coloro che fanno ogni giorno i conti con il caro benzina. Ma questa è la situazione, questo è l’andazzo. Possiamo solo consolarci ricordando i bei tempi quando la politica era solo passione e responsabilità.

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