giovedì 26 aprile 2012

Quando l'indifferenza trionfa

Editoriale Radio Onda Libera del 19 aprile 2012



Un fatto riportato già dai mezzi di informazione. Si tratta di una foto che ha fatto il giro di facebook. Che ritraeva due immigrati sul volo Roma-Tunisi con dello scotch sulla bocca e accanto a loro due agenti in borghese.
L'immagine ha fatto il giro del web, scatenando una valanga di critiche per la violazione della dignità degli immigrati. Ma la cosa ancora più grave è che il tutto è avvenuto sotto la totale indifferenza dei passeggeri. Nessuno, tranne l'autore della foto, si è scomodato per protestare contro i sorveglianti dei due algerini rimpatriati.

Il respingimento coatto, come viene chiamato tecnicamente, ha sollevato un forte sentimento di sdegno e sconcerto. Il problema non è la legge ma la sua applicazione. Anche se i rimpatri sono necessari, devono essere effettuati nel rispetto dei diritti umani e non di certo violando la dignità delle persone. Che il metodo utilizzato sia una procedura normale, come affermato dai due agenti accompagnatori, non è accettabile.
Se il grado di civiltà è rappresentato da un nastro marrone di plastica sul viso e fascette di plastica per bloccare i polsi, allora vuol dire che questo nostro paese ha bisogno di ripensarsi.
Ma a parte questo, vanno assolutamente sottolineati due aspetti. Il primo, che una foto come questa e tantissimi altre,  faccia il giro della rete quindi sia portata a conoscenza di milioni di persone, è sorprendente.  Significa che l'informazione non ha più confini, che il web è più veloce degli altri organi di informazione e soprattutto raggiunge una vasta platea di utenti. Quindi la potenza della rete è ancora una volta confermata.
Poi è scontata la condanna per un comportamento del genere, che ovviamente sarà sottoposto all'attenzione degli inquirenti, ma ciò che più fa pensare è l'atteggiamento della gente su quell'aereo che nonostante due prigionieri viaggiassero accanto imbavagliati e legati non è stato espresso nessun senso di indignazione.
Ecco, questo più che il fatto in sè a noi crea più sconcerto. 

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