Editoriale Radio Onda Libera del 20 aprile 2012
In Italia cresce l'allarme inattivi e scoraggiati. Lo
rivela un rapporto dell'Istat. Sono 3 milioni le persone senza lavoro, cioè che
non cercano un impiego ma sono disponibili a fare qualcosa. E sono il triplo
rispetto al resto d'Europa.
Tra questi è stato definito anche un altro categoria,
quella degli scoraggiati, il 43% (circa 1,2 milioni di unità) dichiara di non
aver cercato un impiego perché convinto di non riuscire a trovarlo.
Fin qui la scorpacciata di numeri, ora qualche
riflessione è d'obbligo. Con una premessa. La situazione di crisi è profonda,
le aziende chiudono i battenti, i lavoratori perdono il lavoro, gli
imprenditori e gli artigiani arrivano a gesti estremi come il suicidio per la
disperazione e la vergogna.
Quindi il clima di sfiducia è generale, in questo
contesto le statistiche che non sono la Bibbia, ma danno il polso di quello che
accade, vanno lette con attenzione. E' vero che c'è una seria emergenza lavoro,
per quelli che non lo trovano e lo cercano, ma anche e sopratutto per quelli
che lo perdono, a una certa età con famiglie a carico. E' altrettanto vero che
va assolutamente fatta una politica a favore dell'occupazione perché la grave
crisi economica può scatenare tensioni sociali fortissime, può spingere la
gente a gesti inconsulti, a scendere in piazza con i forconi. Meglio pensarci
per tempo e con azioni concrete. Prima che sia troppo tardi.
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