La
riforma della sanita' ha visto la luce. Sono stati presentati i tagli e i
risparmi, e quindi le linee direttive. Sicuramente una sfida impegnativa dal
momento che la Regione ha dovuto fare i conti con i 38 milioni in meno nel 2013
e gli 83 l'anno successivo. Quello disegnato pare un sistema unitario.
Confermate le due aziende ospedaliere, a Perugia e Terni, e le 2 aziende
sanitarie frutto dell'accorpamento delle attuali quattro.
Punto
di discussione le sedi delle Asl. Perché come al solito ci sono le
rivendicazioni dei territori. Come la protesta sulla chiusura dei punti
nascita. In Umbria ce ne sono 11, due-tre saranno eliminati tra cui Assisi e
Narni di sicuro.
Nella
citta' del Poverello il sindaco e la citta' stanno facendo una battaglia da
settimane con occupazioni dell'ospedale e del consiglio regionale. Ricci non ci
sta a vedersi scippare il punto nascita ed e' disposto a non mollare. Bisogna
vedere come andrà a finire. Di sicuro in un periodo di vacche magre non e'
pensabile tenere in piedi strutture doppie con spreco di soldi e risorse. E
questo vale per reparti, dipartimenti, servizi. Certo, la sanità che assorbe l'80 per cento del bilancio regionale oltre alla razionalizzazione, che e' sacrosanta, dovrebbe pensare alla qualità delle prestazioni. La gente ha diritto di essere curata, e di essere curata bene. Sulla sanità, quindi sulla pelle della gente, non si possono consumare giochini e interessi di parte, guerre di campanili.
Il punto nascita di Branca (445 nati nel 2011) è “da salvaguardare” secondo la presidente anche perché uno dei criteri attiene alla vicinanza a strutture dotate di reparti d’emergenza. Impensabile pensare di arrivare a Perugia o a Città di Castello. A rischio chiusura rimangono perciò, oltre Assisi e Narni, Castiglione del Lago (348 nati nel 2011), Marsciano/Pantalla (450), Spoleto (353) e Orvieto (442). Perugia (2.062), Terni (1.149), Città di Castello (759) e Foligno (1.229) rispettano invece i criteri.
Nessun commento:
Posta un commento