domenica 30 settembre 2012

La disoccupazione in Umbria fa paura

Editoriale Radio Onda libera del 4 giugno 2012

La disoccupazione in Umbria nel 2012 e' al 9,8%. Il dato più alto dal 1995:  39mila sono le persone in cerca di lavoro. A fine 2011 erano 29mila, il 22,8% dei giovani senza un'occupazione.
Dati tremendi, spaventosi che testimoniano l'aggravarsi della situazione. I numeri sono quelli diffusi dall'Istat e riguardano il primo trimestre. Il dato dell'Umbria, 9,8, è appena al di sotto della media nazionale (10,2%), con i tecnici Istat che analizzando questi dati (provvisori e destagionalizzati) parlano di una "fotografia preoccupante".

Altrettanto preoccupante è la crescita esponenziale del numero di persone in cerca di un lavoro. Tra  le 39mila persone «in caccia» la maggior parte sono ex occupati (21mila, in crescita sensibile rispetto alle 16 mila degli ultimi mesi del 2011), mentre coloro che non hanno alcuna esperienza di lavoro sono settemila. Ventitremila sono le donne alla ricerca (16 mila gli uomini). Ovviamente per i giovani tra i 15 e i 24 anni i dati sono ancora più brutali. Anche se in Umbria il tasso di disoccupazione giovanile e' del 22,8 per cento, una cifra che sembra quasi confortante se paragonata al 35,9 nazionale.
Questi numeri sono emblematici di una crisi che non accenna a diminuire. Anzi come ha detto il ministro dell'Economia Passera la crisi interessa ben 28 milioni di persone tra disoccupati, inoccupati e sottoccupati come le relative famiglie. Bene, anzi male perché proprio ieri il ministro in un'occasione pubblica a Trento ha detto che alla crisi ci pensa tutti i giorni. A noi piacerebbe che oltre a pensarci facesse anche qualcosa di più. Perché e' stato  chiamato a governare, a mettere in campi azioni concrete, i pensieri ce li hanno quelli che perdono il lavoro, quelli che non lo trovano o quelli che sono nel limbo degli esodati.
Il nostro governo deve agire, deve inventarsi qualcosa prima che la situazione precipiti di più e soprattutto, questa e' la nostra idea da sempre, avere coraggio nel tagliare la spesa pubblica. Tutti quei milioni e milioni di euro sprecati per mantenere i carrozzoni della politica.

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