domenica 30 settembre 2012

Due idee per aiutare l'Emilia

Editoriale Radio Onda Libera del 5 giugno 2012

La terra trema ancora, accrescendo la paura e i disagi tra le popolazioni colpite. Mentre la gara di solidarieta' di tutto il Paese va avanti, da segnalare due idee concrete, concretissime. La prima, a nostro avviso intelligente e di buon senso, e' del ministro della Giustizia Paola Severino che propone di coinvolgere i detenuti quelli non pericolosi delle carceri dell'Emilia-Romagna nell'opera di ricostruzione delle zone terremotate.

"Ho sempre pensato che il lavoro carcerario sia una risorsa per il detenuto, un vero modo per portarlo alla risocializzazione e al reinserimento nella società" ha spiegato il Guardasigilli. Quindi momenti come questi possono essere utili per dare una mano seria nella ripresa.
Facendo l'esempio di Bologna, il bacino di detenuti in cui si potrebbe pescare escluderebbe per Severino i 101 detenuti in alta sicurezza e potrebbe riguardare i 246 tossicodipendenti o il 57% di extracomunitari che compongono la popolazione carceraria.
La seconda proposta arriva dall'Umbria e porta la firma del consigliere regionale del Pdl Lignani Marchesani. La sostanza e' questa: le aziende dell'Emilia terremotate spostino provvisoriamente la produzione in Umbria, nei capannoni inutilizzati.
Lignani esorta la Regione Umbria a ''farsi parte attiva con le associazioni di categoria e con la giunta emiliana. La vicinanza geografica della nostra regione all'Emilia potrebbe infatti offrire l'occasione alle aziende delle zone colpite dal sisma di poter spostare provvisoriamente la propria produzione in Umbria, prevalentemente nell'area Nord che ha purtroppo, in conseguenza della crisi economica, numerosi capannoni vuoti, ma pronti all'uso''.  Si evita così la de localizzazione di i prese floride e si risparmia la costruzione di strutture provvisorie. Il ragionamento non fa una piega.
Il legame che unisce le due idee e' quello di coniugare solidarieta' e sviluppo economico con proposte non speculative. In casi come questi l'importante e' non piangersi addosso, ma agire e agire tempestivamente. Già troppe ricostruzioni post sisma si sono rivelate una vergogna, con case ancora da ricostruire e attività rase al suolo.  Ripetere gli errori del passato sarebbe non solo un comportamento suicida ma anche criminale.

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