sabato 25 giugno 2016

Vince la Brexit, addio Regno Unito

Editoriale Radio Onda Libera del 24 giugno 2015

Il Regno Unito è fuori dall’Unione europea: nel referendum sulla cosiddetta Brexit i cittadini britannici hanno votato con il 52% per l’uscita dall'Europa.
Una notizia importante, un evento storico, accompagnato anche da colpi di scena per chi ha seguito lo spoglio e i commenti di stanotte. Le prime analisi davano in vantaggio, anzi facevano pensare a una vittoria degli europeisti; i mercati erano addirittura entusiasti, ma poi quando i dati hanno invertito il risultato, la sterlina è sprofondata.

A vincere è stata la destra populista, quella che ha insistito sulle paure e le incertezze di un ceto popolare insoddisfatto della propria situazione con il timore del mercato del lavoro e dell'immigrazione e che preferisce vedere il proprio Paese fuori dall'Europa, compiendo perfino un salto nel buio, piuttosto che restare in un'Unione che non funziona e che esiste solo sulla carta.
Così la Brexit ha vinto contro i poteri forti, contro gli appelli dei leader anche internazionali, contro le previsioni della finanza, perfino contro i sondaggi. Circa 17 milioni di britannici, il 52 per cento di elettori, ha deciso di imboccare la porta e uscirsene dall'Unione europea.

Ovviamente questo risultato ci mostra un Paese spaccato quasi come una mela, e già il pensiero porta all'idea di separazione di pezzi della Gran Bretagna. Quindi le conseguenze di questo voto si vedranno anche all'interno, oltre che all'esterno che già si prevedono roboanti.
La prima reazione che temono tutti, a cominciare dai vertici dell'Unione europea, è quella della reazione a catena, cioè i referendum anche negli altri Paesi. Da sottolineare che anche nel nostro gira un fraintendimento e cioè se uscire dall'Europa o dall'euro. Ma questa specificazione per non ora non ci tocca. Una riflessione a caldo da fare è che se l'Europa nonostante i venti di contestazione, nonostante il referendum convocato tre anni fa, non si è posta il problema di cambiare, di modificare la propria politica a favore gli Stati anziché contro di loro, vuol dire che i cittadini di un Paese hanno la piena libertà di votare per la Brexit, per abbandonare l'Unione perché non si sentono più tutelati.
Ora le ripercussioni sul piano economico saranno immense, gigantesche, e per ora sono anche inimmaginabili. Oggi è il momento dello stordimento, del colpo di scena. E siamo tutti sorpresi. In attesa di capire cosa significherà questo voto per gli altri Stati. Sotto tutti i punti di vista.

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