domenica 19 giugno 2016

Tra braccio di ferro
e Braccio da Montone

Il punto del direttore del 19 giugno 2016

L’attenzione della politica è fissata su Assisi dove oggi gli elettori sceglieranno il nuovo sindaco che guiderà la città serafica per il prossimo quinquennio. La sfida è tra Giorgio Bartolini, candidato del centrodestra, noto per aver ricoperto ruoli apicali in passate sindacature, e Stefania Proietti, civica, appoggiata dal Pd. Gli elettori facciano il proprio dovere anche in questo ballottaggio, non disertando le urne perché il voto è un diritto sacrosanto. Nessun apparentamento ufficiale da parte delle altre liste che quindici giorni fa si sono presentate, ma tante manovre sotterranee per sostenere l’uno o l’altra.
Un modo questo non proprio apprezzabile, anzi veramente frutto di un vecchio modo di fare politica, senza trasparenza. Sarebbe stato meglio uno sciogliete le righe coerente e onesto, anche per non rimediare una brutta figura. Ma tant’è, ormai siamo abituati a tutto e di più. A giunte in giro per l’Umbria che annaspano, vedi Terni per esempio.
Oppure a un livello regionale sempre più sfilacciato, lacerato in due tronconi o meglio in un braccio di ferro tra mariniani e bocciani che si contendono il potere e soprattutto la partecipazione a iniziative. Di settimana in settimana si assiste a una prova muscolare che si concretizza nell’indice sala piena o sala vuota. E anticipiamo subito che in testa si collocano i bocciani con la seconda manifestazione organizzata in questo mese, stavolta a Piediluco, con due sale stracolme di gente e traffico in tilt.
E’ accaduto ieri con la folla accorsa per sentire parlare di cambiamento. Già quindici giorni fa Futurando a Trevi richiamò sei-settecento persone, al lago pare siano state qualche centinaio in più. E di questi tempi non è poca cosa, considerata la disaffezione per la politica e i politici.
Insomma il gioco a chi ha più forza attrattiva lo sta conducendo l’area che fa capo al sottosegretario agli Interni Gianpiero Bocci i cui fedelissimi in consiglio regionale stanno portando avanti una sorta di battaglia per il rinnovamento. La partita è iniziata ormai più di quattro mesi fa quando si è tradotta nella crisi scaturita dalle nomine ai vertici della sanità umbra operate dalla presidente Catiuscia Marini. Da allora è seguito un grande ma infruttuoso lavoro di mediazione per far rientrare l’ex assessore al ramo Luca Barberini nella squadra di Palazzo Donini.
A fare da pontieri ci hanno provato un po’ tutti, parlamentari, segretario e capogruppo regionale del partito, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E cioè un’impasse senza precedenti perché le parti in causa non vogliono fare un passo avanti o indietro, tenendo ferma la posizione, la bandierina. Nessuno dei due vuole cedere per non perdere la faccia e indebolirsi di fronte al mondo intero con il pensiero rivolto alle scadenze future. E si va avanti tra stop and go, tra annunci di rientri e dietrofront, tra chi gongola per i bagni di folla e chi rosica spostando il tiro sulle azioni concrete al posto della convegnistica. E soprattutto tra sale vuote e sale piene. E’ vero che a Piediluco l’appuntamento era per il sì al referendum, con un titolo allusivo come cambiare “sì” può ma alla fine è stata l’occasione, la seconda in due settimane, per contarsi. E dare una dimostrazione di un pezzo di partito compatto e granitico che va avanti senza tentennamenti e soprattutto senza lasciarsi abbindolare da promesse e sirene.
Mentre gli azionisti del Pd si fanno la guerra, il segretario Giacomo Leonelli, che brilla per tenacia, ci riprova a ricucire, per l’ennesima volta. Ha preso carta e penna, o meglio si è messo al computer e ha scritto che non si può andare avanti così, che la transitorietà non può diventare cronica. E che questa situazione di crisi, questa lotta tra correnti, crea un doppio danno al Pd, impedisce di parlare di altro, e cioè dei problemi dei cittadini, e quando qualche volta ci si riesce prevale la discussione autoreferenziale. Insomma il buon Leonelli annuncia un altro incontro per la prossima settimana, a quel tavolo chiederà uno sforzo di responsabilità alle parti e auspica una risoluzione positiva. Ottimi propositi, anche se il segretario è consapevole dell’impresa ardua e il suo intervento ha il tenore di un ultimatum. O si risolve, avverte Leonelli, o si volta pagina. Bravo il segretario, finalmente una prova di autorevolezza degna di un leader di un partito, forse Leonelli nomen omen sta tirando fuori il coraggio di un giovane leone. E di questi tempi paragonarlo al condottiero Braccio da Montone non è azzardato. Ma se veramente la crisi non avrà la parola fine che succederà al Nazareno umbro?

www.annamossuto.it
anna.mossuto@gruppocorriere.it


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