Editoriale Radio Onda Libera del 23 maggio 2016
L'Italia sta vivendo una campagna elettorale che sarà lunga, lunghissima. Partita in primavera, attraverserà l'estate e arriverà in autunno quando saremo chiamati a dire sì o no alla riforma costituzionale. Sul referendum il governo si gioca la faccia e il posto. Lo ha ripetuto più volte il premier Renzi, che ha chiamato a raccolta il partito e non solo, anche gli alleati di maggioranza, quelli noti e anche quelli meno noti. E ha sempre detto che qualora prevarrà il no lui andrà a casa. A questa ipotesi si è accodata anche la ministra Boschi, che proprio ieri ha annunciato che in caso di sconfitta anche lei lascerebbe la politica. Come si sa, tra i sostenitori del fronte opposto a quello governativo c'è un pezzo di sinistra, anche della minoranza del partito, quindi quella che va in scena è una bella lotta partigiana, anzi da ieri anche sui partigiani. E sì, perché in una trasmissione Tv la Boschi ha testualmente detto che i partigiani veri votano sì al referendum.
Tale frase ha scatenato le reazioni dell'associazione dei partigiani e soprattutto della minoranza del Pd, Bersani in testa, che su Facebook si chiede come si permette la ministra di distinguere tra partigiani e veri e partigiani finti e altre amenità simili.
Insomma ,nonostante alle porte ci siano le amministrative anche in città importanti, la tensione è tutta concentrata sul referendum. Un modo per caricare di significato un appuntamento più in là nel tempo, slittare in avanti l'asticella e relegare il test amministrativo a evento circoscritto. Cosa che l'opposizione non vuole assecondare anche perché, ricordiamolo, nella riforma è inclusa la legge elettorale, il famoso Italicum che da più parti si vuole modificare. E da quanto visto finora e soprattutto considerato il clima politico, non ci mancherà la nostra dose di polemiche quotidiane.
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