sabato 12 dicembre 2015

Un'altra strage di bambini

Editoriale Radio Onda Libera dell'11 dicembre 2015

Oggi parliamo di migranti, perché c'è stata un'altra strage di bambini. L'ultima in ordine cronologico. Questa volta non conquista i titoli di apertura ma noi ne vogliamo parlare lo stesso. E' accaduto sulle coste della Grecia. il bilancio è di 11 morti di cui 5 bambini, 13 sono ancora dispersi. Si tratta di profughi arrivati dalla Turchia, dopo aver attraversato il mar Egeo su un barcone di legno.
Secondo la Fondazione Migrantes, sono 3.200, di cui 700 bambini, i morti dall’inizio dell’anno nel Mediterraneo: più che raddoppiati dal 2014, quando erano stati 1.600. Pensate, se la tragedia si fermasse qui sarebbero quasi 60 bambini al mese, due al giorno, tutti i giorni. E l’Europa intanto invita gli Stati a "fare di più". Ma di questo ne parleremo dopo.
L’arrivo dell’inverno e le temperature gelide non hanno frenato gli approdi quotidiani di barche sulle isole greche più vicine alla Turchia e ogni giorno nel porto ateniese del Pireo sbarca circa un migliaio di persone. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), finora quest’anno la Grecia ha accolto il maggior numero di rifugiati e migranti arrivati in Europa via mare, circa 700mila persone. Queste acque stanno diventando il cimitero più grande del mondo, la tomba di tanti, troppi bambini.
Di fronte a tutto questo l'Unicef ha lanciato l'ennesimo appello ai "vertici politici e istituzionali d’Europa e del nostro Paese in nome del Giubileo della Misericordia appena iniziato" per porre fine "a questo scempio, questa tragedia senza precedenti". Nel mondo sono 232 milioni i bambini costretti a vivere in zone e regioni coinvolte nei conflitti armati. Circa 250mila bambini e bambine hanno dovuto imbracciare un’arma. La loro unica speranza è arrivare in Europa, stiamo togliendo loro anche questa.
Allora la politica faccia di più, l'Unione europea affronti seriamente la questione immigrazione e trovi le soluzioni più adatte per interrompere questa catena di morti che pesano sulla coscienza di parecchi. Perfino il Papa ha detto che è difficile perdonare quello che sta accadendo. Ma allora ci si muova, senza indugi ed egoismi, lasciando perdere gli interessi dei singoli Stati e pensando alle stragi che ogni giorno, ogni notte, stanno avvenendo.


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