domenica 20 dicembre 2015

Meritocrazia vera e concorsi pubblici

Editoriale Radio Onda Libera del 18 dicembre 2015

Gli statali, i dipendenti pubblici non devono essere considerati fannulloni. E' quanto sostiene il ministro Madia che ha la delega alla pubblica amministrazione. Un inciso. Sarebbe stata una notizia se avesse detto il contrario. Chiuso l'inciso e vediamo le novità che ha annunciato. Entro Natale o al massimo agli inizi di gennaio saranno approvati i primi decreti che faranno partire concretamente la riforma della pubblica amministrazione approvata ad agosto.
La novità più interessante riguarda i concorsi, che diventeranno più accessibili. Parola di ministro che ha detto testualmente: "I concorsi sono necessari perché è importante che le assunzioni siano trasparenti visto che il pubblico impiego è pagato con risorse della collettività". Bene dichiamo noi, finalmente ci si rende conto che il criterio del merito dovrebbe essere l'unico strumento per selezionare. Invece sentiamo dire dalla ministra che le modalità di reclutamento nella pubblica amministrazione saranno mirate ai fabbisogni, nel senso che si assumeranno dipendenti che servono a garantire un servizio concreto ed efficiente ai cittadini. Ecco, questa ci sembra una cavolata e anche una contraddizione in termini. E ci spieghiamo.
Se si fanno i concorsi e non le sanatorie per imbucare tramite corsie privilegiate questo o quello, se si fanno i concorsi e si svolgono seriamente, garantendo pari opportunità a tutti, la scelta di chi li vincerà si baserà sulla valutazione delle capacità, quindi esclusivamente sul merito, secondo regole trasparenti. E alla fine i vincitori saranno all'altezza del compito, delle mansioni assegnate. Ci sembra un ragionamento che non fa una piega, ci sembra un ragionamento semplice e lineare. Sulla carta, in teoria, quello che dovrebbe avvenire nella realtà. Invece assistiamo a sanatorie che regolarizzano precari e precari che sono tali non solo per la non sicurezza del posto di lavoro, ma anche e soprattutto perché diverse sono state le modalità di assunzione.
Ci piacerebbe vivere in un Paese normale dove chi fa il concorso e lo vince perché è bravo comincia a lavorare subito. E sui tempi un appunto. Al momento i vincitori di concorso non assunti sono circa 4mila, mentre gli idonei, un altro escamotage tipo le sanatorie, addirittura 150mila.
In conclusione diciamo che se addirittura un ministro ha bisogno di dire quello che ha detto allora vuol dire che la strada è ancora lunga, per una normalizzazione di questo nostro Paese.

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