sabato 5 dicembre 2015

Le pensioni specchio dell'Italia

Editoriale Radio Onda Libera del 4 dicembre

Analizziamo i numeri Istat in riferimento al 2014 e partiamo dal primo dato. I nuovi pensionati sono più poveri, prendono tremila euro in meno. La spesa per le prestazioni pensionistiche ha superato i 277 miliardi di euro con un aumento dell 1,6 per cento sul 2013. L'incidenza del Pil è cresciuta di 0,2 punti percentuali dal 16,9 al 17,17. Le pensioni erogate sono state 23,2 milioni di prestazioni. L'importo medio annuo delle pensioni è di 11.943 euro, 245 euro in più rispetto al 2013 (+2,1%), e per questo la spesa complessiva è salita.
Se si guarda però al reddito dei pensionati, che può derivare da una somma di prestazioni in capo a una stessa persona, si scopre che quello dei nuovi entrati nel sistema previdenziale è nettamente più basso di chi già c'era. E questo è il secondo dato. E cioè gli effetti della della riforma Fornero sui numeri e sugli assegni: tra il 2011 e il 2014 400mila pensionati in meno. Quelli che hanno smesso di lavorare l'anno scorso ricevono in media 13.965 euro l'anno, meno dei 17.146 euro di coloro che già erano in pensione. Nel complesso quattro su dieci sono sotto i mille euro, 228mila sopra cinquemila euro.
Tutto questo in linea con le recenti dichiarazioni del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e del presidente Inps, Tito Boeri, sulle difficoltà che avranno i giovani di oggi, quando dovranno andare in pensione, vista la progressiva riduzione degli assegni. Insomma i nuovi pensionati sono calati grazie alla Fornero (oggi sono 16,3 milioni, 134mila in meno rispetto al 2013) e sono anche più poveri. C'è infatti un significativo schiacciamento verso il basso degli assegni: il 40,3% dei pensionati, infatti, percepisce un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese.
Ma ci sono anche quelli che vivono con oltre diecimila euro di pensione al mese. Si tratta dello 0,1% del totale. Un gruppo di “super-pensionati” a cui si affiancano circa altri 217 mila con redditi da pensione tra i 5.000 e i 10.000 euro mensili. Un bel risultato non c'è che dire. Una beffa oltre il danno per tutti  coloro che dopo una vita di lavoro vedono allontanarsi sempre più rispetto a prima l'obiettivo della pensione. Una doppia beffa oltre il danno per i tanti esodati che pur avendo raggiunto i requisiti sono in stand by sempre grazie alla Fornero.
Un'altra considerazione semplice semplice. Se si allunga l'età lavorativa, i giovani entrano nel mercato sempre più tardi, quindi da un lato più soldi per pagare le pensioni e dall'altro non si creano nuovi posti di lavoro. Ed ecco l'impasse in cui si trova il nostro Paese. Con una disattenzione crescente, purtroppo, verso le fasce più deboli della società, gli anziani della terza e quarta età che vivono con pensioni da fame.

 

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