giovedì 23 febbraio 2017

"Me ne vado, no resto, anzi ti sfido"

Editoriale Radio Onda Libera del 22 febbraio 2017

Nel Pd neppure la scissione è filata liscia, anzi si è verificata la scissione dentro la scissione. E pare di essere nel pieno di una festa di Carnevale visto il periodo. Della serie "me ne vado, no resto, anti ti sfido". il colpo di scena l'ha firmato Emiliano, il governatore della Puglia, che il giorno prima saluta il Pd e se ne va con Speranza e Rossi che salutano Renzi. E il giorno dopo ci ripensa e decide di restare, di fare la guerra a Renzi, candidandosi a segretario, da opposizione. E così mentre un pezzo di minoranza se ne va a fare un altra cosa, un altro partito, come se ne avessimo bisogno di un altro partito, ecco che ci sono già altri che si faranno fatti quattro conti e ne organizzano un altro. Ora non ci meravigliamo più di niente, neppure dell'incoerenza dei politici, anzi a questo siamo abituati, ma due o tre cose le vogliamo dire.
La prima. Da un lato è positivo che coloro che non stanno bene da una parte se ne vadano. Da troppo tempo il Pd era diventato un campo di battaglia, quindi un po' di chiarezza è gradita. Ma dall'altro lato non è possibile che ogni volta che si è in disaccordo si prendono armi e bagagli e si vanno a fare altri partiti. Una volta si discuteva, ci si confrontava, ci si incazzava sui contenuti, sulla linea, e poi si votava e si rispettava la maggioranza. Oggi non è più così, oggi la politica è scomparsa, oggi si litiga per la poltrona e basta.
Ma il significato di questa scissione è anche un altro. E cioè che tutti i partiti e gli schieramenti sono a pezzi, quindi ad approfittarne potrebbe essere solo il movimento di Grillo. E sì perché il centrodestra non riesce a essere furbo, non riesce a compattarsi considerate le debolezze altrui. intanto le elezioni politiche si allontanano, tutta la scena è occupata da congresso e primarie da svolgersi entro maggio e il nuovo soggetto è già al lavoro per creare i nuovi gruppi parlamentari a Camera e Senato.
Insomma il quadro è in movimento ma la sensazione, forse più di una sensazione, è che della scissione del partito freghi veramente poco alla gente comune, anzi i più tifosi del Pd hanno espresso parole di disapprovazione per lo strappo perché i problemi delle famiglie, dei cittadini, dei giovani sono altri che questi giochetti per un pezzetto di potere. Più o in meno.

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