domenica 12 febbraio 2017

I terremotati attendono risposte vere

Editoriale Radio Onda Libera del 3 febbraio 2017

Il consiglio dei ministri ha approvato il terzo decreto sul terremoto mentre in piazza Montecitorio i terremotati protestavano lamentando di aver "ottenuto per ora solo parole e promesse".
Previsto un sostegno al reddito per chi vive nelle zone colpite dal sisma e si trova "in condizioni di disagio". Per gli enti locali arrivano la possibilità di fare assunzioni e semplificazioni dell'iter burocratico richiesto per avviare la ricostruzione. Ma non solo. È stata prevista anche la cassa integrazione e la sospensione del pagamento delle imposte sui redditi, che viene estesa a tutti i terremotati indipendentemente da dove ha sede legale il datore di lavoro.
Questi in sintesi sono i principali interventi per le aree terremotate previste dal decreto approvato giovedì.
Bisogna quindi sperare che questo provvedimento, il terzo dopo quelli di agosto e ottobre, offra risposte concrete e non resti lettera morta, anche se il premier Paolo Gentiloni non si è sbilanciato sulle risorse messe in campo dicendo che “non abbiamo il conto esatto” ma sono “molto consistenti, diverse centinaia di milioni”.
C'è da dire anche che il governo Gentiloni ha rimediato a un buco dei precedenti decreti, a causa del quale la cosiddetta “busta paga pesante”, cioè la sospensione dell’Irpef per i contribuenti domiciliati nei Comuni del cratere, era assicurata solo a chi lavora per un’azienda basata anch’essa nella zona. Ora l’agevolazione viene allargata prevedendo che sia concessa “ovunque sia fiscalmente domiciliata l’azienda”.
E ora parliamo della protesta, l'ennesima, della gente colpita dal terremoto. In piazza si è percepita rabbia e anche un grido di aiuto, di attenzione. I cittadini delle zone terremotate costretti a vivere in camper. Roulotte, alberghi, ospiti di amici e parenti, chiedono risposte e vogliono farsi sentire nella speranza che qualcosa si muova, che arrivino soluzioni efficaci e non solo parole e promesse. Di fronte a tutto questo anche il papa recentemente ha fatto sentire la sua voce auspicando che la burocrazia non aggiunga sofferenza ai terremotati, che si pensi a ricostruire, a non far morire quei paesi già distrutti.
Di fronte a tutto questo la politica è chiamata a fare la sua parte. Speriamo che ne sia all'altezza. 

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