lunedì 29 agosto 2011

Quando lo sciopero divide

Editoriale Radio Onda Libera del 29 agosto 2011

Scioperi assurdi, non condivisibili. Il primo, quello che ha fatto più rumore, è quello dei calciatori di serie A che hanno incrociato le gambe facendo saltare la prima giornata di campionato.
Il secondo, più politico, è quello organizzato dalla Cgil, il più grande sindacato del Paese, per il 6 settembre in segno di disapprovazione contro la manovra bis del governo.


Al di là delle motivazioni che possono essere anche giuste e sacrosante, sia nel primo che nel secondo caso, è l’inopportunità, la sconvenienza di attuare una protesta del genere in un momento di crisi così grave e delicato come quello che sta attraversando il Paese.
La scelta dei giocatori non ha destato simpatia e apprezzamenti tra i tifosi e tra la gente comune. Anzi, considerato che guadagnano fior di milioni per scendere in campo e dare calci a un pallone, i cittadini hanno criticato con parole durissime lo sciopero di questi atleti in calzoncini corti. “E’ una vergogna per chi lavora” è stato il commento più benevolo. E onestamente anche noi condividiamo il giudizio.
Lo sciopero è stato indetto e fatto per il mancato rinnovo del contratto e per non voler sborsare il contributo di solidarietà. Soprattutto per il primo visto che la seconda ragione non è ancora certa. Ma al di là del perché e detto anche che lo sciopero è un diritto di tutti, anche dei calciatori, resta il fatto che si sarebbe potuto evitare con un po’ di buon senso e responsabilità da parte di tutti. A cominciare proprio dai giocatori, che non sono proprio dei poveracci.
Lo sciopero della Cgil è ancora più paradossale di quello dei calciatori. Perché si protesta contro una manovra che è ancora in divenire, visti i cambiamenti continui che ci sono di giorno in giorno, quasi di ora in ora. Poi perché è fortemente voluto da un’organizzazione senza la condivisione delle altre, quindi a scapito dell’unità del sindacato. E in un periodo del genere con il presidente della Repubblica Napolitano che invoca e sollecita la coesione, ecco la Cgil che se ne frega e pur di portare in piazza i suoi iscritti e le sue bandiere organizza uno sciopero scellerato, organizzato tanto per mostrare i muscoli e ribadire che questo governo deve andare a casa.
Ci sta tutto, anche la connotazione politica della protesta. Ma come i giocatori della serie A che hanno dimostrato di avere il buon senso da serie Z, anche la Cgil si distingue per irresponsabilità.

Nessun commento:

Posta un commento