martedì 30 agosto 2011

Quando la manovra è mobile

Editoriale Radio Onda Libera del 30 agosto 2011

La manovra sarà cambiata. Via il contributo di solidarietà,  resta in vigore solo per i redditi dei parlamentari per chi ha un reddito oltre i 150 mila euro. Salvi i piccoli comuni che dovranno aggregarsi per alcune funzioni. L’Iva non si tocca. Le pensioni sì. Le province saranno abolite e i parlamentari dimezzati ma solo dopo aver modificato la Costituzione.
E’ questo in sintesi il nuovo volto, la nuova riscrittura della manovra dopo il vertice di maggioranza che ora passerà al vaglio delle Camere e non sono escluse ulteriori modifiche.


Il primo dato su cui riflettere è la grande confusione che regna sotto il cielo della politica. Il governo poche ore prima di ferragosto presenta una manovra lacrime e sangue che prevedeva prelievi, tasse, cancellazione delle province sotto i 300mila abitanti e dei comuni con meno di mille abitanti. Solo di fronte a questi due ultime proposte c’è stata ovviamente la sollevazione popolare. E il governo che fa? Fa marcia indietro. E spara un’altra promessa, che suona come un bluff, quella di abolire tutte le province e ridurre della metà i parlamentari. Promessa che difficilmente sarà mantenuta perché per arrivare allo scopo c’è bisogno non di una legge normale, ma di una strada più lunga che deve portare alla modifica della Costituzione. Quindi solo tanto fumo negli occhi.
L’accordo prevede un intervento serio sulle pensioni, di fatto aumentando l’
età pensionabile perché esclude dal conteggio gli anni di riscatto della laurea e del servizio militare. Quindi in sostanza la gente dovrà lavorare di più sulla base degli anni effettivi di lavoro ma senza perdere i calcoli dei contributi.
Bene poi la mano pesante sui consumi di lusso e la stretta sulle società di comodo.
Fin qui le proposte di compromesso. Ora è inutile e prematuro cantare vittoria perché i ripensamenti sono dietro l’angolo. Certo sembra, in questo Paese, di stare su scherzi a parte. Oggi il governo dice una cosa, scatena valanghe di dichiarazioni e prese di posizione che hanno infuocato i titoli dei tg e riempito pagine di giornali. Tutti parlano, tutti si schierano contro tutti, c’
è chi fa sciopero e chi lo minaccia. Poi passa qualche giorno e il governo, o meglio la maggioranza che regge le sorti del governo, riprende in mano il testo e lo stravolge e lo riscrive. E da oggi giù altre reazioni, altri commenti.
Fino all’approvazione della manovra definitiva che dovrà avvenire in parlamento.
Ma che politica è questa, che oggi dice una cosa e domani il contrario, che oggi promette tagli e domani li rinvia? In questa storia che è ancora tutta aperta non ci sono vincitori, c’è solo un Paese che sta perdendo.

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