venerdì 26 agosto 2011

Il volontariato cresce

Editoriale Radio Onda Libera del 26 agosto 2011

Il volontariato cresce nonostante la crisi. E’ questa è una bella novità. In tempi di sfiducia, pessimismo e crisi.
E' quanto emerge dall'indagine svolta dall'Istat su 19 mila famiglie (49 mila persone). Se nel 2001 le persone che avevano svolto attività di volontariato erano l'8,4% e sono arrivate, con una crescita costante, al 9% del 2009, nel 2010 hanno raggiunto il 10 per cento.


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E’ più attivo chi ha uno status occupazionale alto, significa che chi ha un grado culturale più avanzato è più propenso a mettersi a disposizione degli altri. Perché c’è la consapevolezza di una propria soddisfacente condizione e  tenore di vita. Anche se questo potrebbe essere vista come una limitazione e non un’apertura.
Comunque si registra un fermento di partecipazione, di impegno e di mobilitazione. Soprattutto nei piccoli centri, nei piccoli paesi rispetto alle metropoli. E anche per questo c’è una spiegazione che deriva dai ritmi, dal fatto che i piccoli centri favoriscono di più i sentimenti di solidarietà, mentre le metropoli raffreddano i rapporti. Il volontariato sembra dunque un fenomeno più tipico della piccola Italia municipale che della grande Italia metropolitana".
Questa disuguaglianza nel volontariato poi si ripecuote anche nelle forme di partecipazione sociale e politica.
Tra il 2009 e il 2010 il differenziale di genere nella partecipazione ad attività di volontariato aumenta con i maschi che tra i 45 e i 54 anni  partecipano più delle femmine (che però mostrano una maggiore precocita': tra i 14 e i 24 anni il volontariato delle femmine e' di gran lunga superiore a quello dei coetanei).
La questione generazionale è un altro spunto interessante: i maggiori livelli medi di volontariato si osservano nelle fasce di età  attiva (14-64) ma tra il 2009 e il 2010 i maggiori livelli in Italia si sono avuti tra i 45 e i 64 anni, mentre crollano dopo i 64, soprattutto per le donne.
Altro dato riguarda la disparità territoriale e occupazionale. Dai dati Istat emerge, infatti, una maggiore propensione al volontariato nel Nord rispetto al Centro, al Sud e alle isole. Sebbene tutte le aree siano in crescita rispetto al 2009, nel 2010 i differenziali territoriali si approfondiscono: il Nord (soprattutto il Nord-Ovest) ha tassi di partecipazione più che doppi rispetto al Sud e alle Isole.
Ma al di là di queste differenze, di queste peculiarità da sottolineare la positività del fenomeno. Chi fa volontariato vuol dire che ha superato gli egoismi, che va al di là del proprio orizzonte.
Diffondere la cultura, la mentalità del volontariato è, a nostro avviso, la prima lezione da insegnare ai nostri figli.

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