giovedì 4 agosto 2011

Il paese è solido ma...

Editoriale Radio Onda Libera del 4 agosto 2011

L’economia è solida. La crisi va affrontata con coerenza e fermezza. Lo ha detto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi parlando ieri pomeriggio prima alla Camera e poi al Senato. Il premier è tornato sulla bontà della manovra approvata un mese fa e ha fatto il quadro della crisi internazionale, ribadendo che il governo non ha fatto poco ma, comunque, c’è ancora molto da fare. La proposta è un patto per la crescita, un piano d’azione immediato.

In pratica Berlusconi chiama a raccolta le parti sociali e anche le opposizioni. E raccoglie l'appello alla coesione del presidente della repubblica Giorgio Napolitano. "Tutti hanno il dovere di rimboccarsi le maniche" ha detto il numero uno dell'esecutivo aggiungendo "non chiedo all'opposizione di condividere il programma del governo ma auspico che possano contribuire con le loro proposte e le loro idee a far emergere quello che serve al Paese".
Tornando al patto per la crescita da stringere con le opposizioni, queste non hanno raccolto l’invito. Anzi lo hanno rispedito al mittente con parole dure, durissime.
"Davanti alle emergenze del Paese, noi siamo disposti, a fronte di un vostro passo indietro responsabile, a fare un passo avanti noi" ha detto l’annuncio di Bersani, capo del Pd. Nessuna collaborazione, dunque. Ma una nuova richiesta di dimissioni. Perché la convinzione del leader dei democratici è che solo da una svolta politica può arrivare una tregua per i mercati.
Il terzo polo è stato più aperto a una tregua con la maggioranza Pier Ferdinando Casini ha sostenuto che può salvare l’Italia solo un armistizio tra i principali partiti. Avanzando anche una proposta concreta. E cioè un tavolo bipartisan che nel giro di 60 giorni trovi proposte concrete per lo sviluppo.
Pesantissimo Di Pietro dell’Italia dei valori che ha invitato Napolitano a sciogliere le camere. Ci mandi a votare, metta i cittadini italiani nella condizione di scegliere un nuovo parlamento. Possibilmente non nominato dai soliti 4 o 5.
Questo il racconto che trovate oggi sulle pagine dei giornali. Da parte nostra il giudizio vuole essere equilibrato e costruttivo, senza eccessi né estremismi. Ci piace l’appello alla coesione fatto dal presidente della repubblica Napolitano e abbracciato ieri da Berlusconi. Soprattutto in considerazione del grave momento economico che stiamo vivendo. Di certo servono risposte immediate e serie, efficaci e incisive, le chiacchiere stanno a zero.
Ma per uscire dalla situazione c’è bisogno di tutti, come richiesto a gran voce dalle parti sociali, imprese, sindacati e banche, e quindi anche delle opposizioni che non possono nascondersi sempre dietro a un dito e non avanzare nessun contributo. L’assunzione di responsabilità di tutti è il presupposto per uscire dalla crisi. Chi non lo capisce o fa finta di non capirlo non lavora per il bene del Paese.

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