domenica 15 gennaio 2017

Tra alieni e mortadella
ridateci la prima Repubblica

Il punto del direttore del 15 gennaio 2017

Nonostante sia arrivato l'anno nuovo la politica non accenna a svecchiarsi. Anzi, riesce perfino a sorprendere (in negativo) e a strappare qualche mezzo sorriso di commiserazione. E sì perché se il capo dell'opposizione Claudio Ricci saluta il 2017 con un post sugli alieni e il capo del Pd, il maggior partito del centrosinistra, Giacomo Leonelli si sente come la mortadella in mezzo al panino vuol dire che siamo alla frutta. Nel senso che sarebbe meglio dotarsi di una macchina del tempo e tornare di corsa alla Prima Repubblica. Altro che nuovo che avanza, qui stiamo precipitando sempre più in basso. Queste sono considerazioni ma ci sono anche i fatti, purtroppo, che vanno in questa direzione e confermano questa tesi.Il riferimento è alle elezioni per i rinnovi dei consigli provinciali dove il centrodestra ha dato pessima prova di sé sia a Perugia che a Terni. Si è conquistato il primato di autolesionismo di tafazziana memoria, del resto anche in passato è stato un campione di masochismo da ascrivere più alla mancanza di capacità che a una qualche forma di volontà. Perché si può esser soltanto miopi e per nulla lungimiranti se la linea è quella di giocare per perdere, partecipare per non vincere. A Perugia il centrosinistra si è imposto per 9 a 3, rispetto alla scorsa consultazione il centrodestra ha perso due consiglieri. Ma il bello è come li ha persi.
Non tanto perché l’elettorato ha premiato gli avversari e questo in una sfida ci sta, no li ha persi perché ha presentato una lista con soltanto sei candidati mentre doveva essere di dodici per provare a vincere. Della serie facciamoci del male. Sarebbero da premiare con uno zero in politica gli scienziati che hanno avuto quest'idea. Perché concretizzandola hanno dimostrato di privilegiare le beghe di cortile, i veti incrociati e le bassezze umane, anziché maturare una visione ampia, di governo e di alternativa. Insomma i vertici del centrodestra umbro si sono confermati per quello che sono, e cioè gente che mira al proprio orticello, a racimolare quattro briciole e continuare a vivacchiare. Quando parliamo di vertici non ci riferiamo solo ai responsabili regionali dei partiti, ma a tutti quelli che si sentono classe dirigente. Perché se un assessore comunale prende carta e penna per complimentarsi per aver eletto un suo uomo mentre la sua coalizione ha preso una tranvata storica significa che questi signori sono per caso o per un "fattore c" a fare gli amministratori, non certo per qualità e meriti politici. E la cosa più grave è che dopo tutto ciò a nessuno è venuto in mente di aprire una riflessione, di farsi un esame di coscienza, di ammettere i propri errori. No, tutto tranquillo, tutto normale.
Passiamo a Terni. Qui un altro esempio di deficienza politica. Il risultato è stato di 8 a 2 a favore del centrosinistra. Un seggio in meno per il centrodestra e la cosa più grave è stata che nessun esponente della città di Terni siede per la coalizione in consiglio provinciale. Anziché andare uniti con un'unica lista il centrodestra si è presentato separato e anche in questo caso, come per la verità anche su Perugia, qualche demerito è ascrivibile alla Lega Nord, che in queste elezioni ha quanto meno commesso un errore di presunzione. Ma non solo perché poi gli stracci sono volati anche negli altri partiti, Forza Italia e Fratelli d’Italia, con uno scambio pesante di accuse e contro accuse su chi ha spaccato e chi no.
Alla fine dei giochi nei due consigli provinciali a imporsi è stato il centrosinistra ma non sono mancati anche da queste parti le polemiche e le litigate. Innanzi tutto per comprendere quale delle due correnti, la mariniana e la bocciana, avesse portato a casa più voti e quindi più consiglieri. Poi da questo voto si è registrata l'ennesima frattura tra i socialisti, con i romettiani e gli arcudiani, che si è estrinsecata in un botta e risposta furibondo.
Questo in sintesi il quadro che ci consegnano le Province che la riforma di Renzi avrebbe voluto mandare definitivamente in archivio e invece sono più vive e vegete che mai almeno come centri di potere. Quindi la politica anziché passi avanti segna soltanto passi indietro. Della serie, ridateci la Prima Repubblica perché tra Ufo e mortadella non se ne può più.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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