sabato 14 gennaio 2017

Il governo Gentiloni "respira"

Editoriale Radio Onda Libera del 12 gennaio 2017

La corte costituzionale ha deciso sul Jobs act, sulla riforma del lavoro voluta da Renzi e dal suo governo. Due quesiti ammessi; uno, quello sull’articolo 18, bocciato. Questo vuol dire solo una cosa e cioè che l'esecutivo guidato da Gentiloni avrà vita più lunga perché è stato rispettato il percorso indicato dal capo dello Stato Mattarella, e cioè prima legge elettorale e poi voto. Certo se fosse stato ammesso il quesito sull'articolo 18 le elezioni politiche sarebbero state più vicine.Ora che succede? Ci sarà o meno il referendum sui due quesiti ammessi? Quello sui voucher e sugli appalti. Se il Parlamento rifarà le leggi in materia no. Altrimenti si. Ma disinnescata la mina dell'articolo 18, si può dire che dalla Corte costituzionale non è arrivato nessun aiuto a Renzi anche se l'ex premier continua a crederci al voto anticipato.
E già perché se il Parlamento vuole può tranquillamente fare la legge elettorale in tempi veloci e andare alle urne entro giugno, anche per rinviare all'anno prossimo il referendum sui due quesiti ammessi. Addirittura nei palazzi della politica girano già le date, il 23 aprile o l 11 giugno. Ma il modo per arrivarci resta alquanto confuso e incerto. Il nodo della legge elettorale è tutt’altro che sciolto. E ora, dopo la sentenza che non ha dato gli aiuti forse sperati, si aspetta l’altra sentenza della Consulta, fondamentale per capire che piega prenderà la legislatura: quella del 24 gennaio sui ricorsi contro l’Italicum. Prima di allora, in Parlamento si muoverà poco o nulla. Sui tavoli c'è la proposta maggioritaria di un ritorno al Mattarellum, che però non riscuote grandi successi tra le forze politiche. E al voto non si andrà senza una legge elettorale omogenea. Per entrambe le Camere. Ergo, il vero countdown partirà dal 24 gennaio.

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