martedì 7 agosto 2012

Stesso stipendio tra i due sessi

Editoriale Radio Onda Libera del 24 maggio 2012

E' una notizia particolare, per certi versi sorprendente. Uomini e donne dovranno avere, a parità di ruolo, lo stesso stipendio; e questo entro il 2016. E' l'impegno assunto dal governo in commissione Lavoro del Senato, accogliendo un ordine del giorno dell'Italia dei valori, L'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità.
In dettaglio il provvedimento chiede all'esecutivo di "definire e programmare, d'intesa e in stretta collaborazione con le parti sociali, entro un anno dalla data di approvazione" del ddl lavoro "misure concrete volte a conseguire il definitivo superamento per ciascun settore lavoratori del divario retributivo tra uomini e donne".


Dai dati europei risulterebbe che le donne italiane guadagnano in media il 16,4 per cento in meno degli uomini, in pratica le condizioni di lavoro sono meno favorevoli sia per la qualità dell'attività, sia per il salario medio (inferiore del 20%, in media, rispetto agli uomini), sia per la possibilità di coniugare i tempi di vita con quelli di lavoro, quindi congedi di maternità o part time o permessi per familiari con disabilita a carico.
Onestamente  in merito qualche perplessità la nutriamo. La prima non ci risulta che ci sia un provvedimento che stabilisca una disparità di stipendio tra uomini e donne, anzi la parita salariale è obbligatoria per legge, ed è un reato non riconoscerla. Poi ci sono i contratti nazionali a tutelare i minimi per tutti i lavoratori. La seconda, se un lavoratore si assenta o produce di meno credo sia giusto che sia pagato di meno, è un principio sacrosanto. I congedi o le malattie o i permessi sono ampiamente tutelati e garantiti.
Comunque ben venga qualsiasi provvedimento che allinei il divario retributivo tra i due sessi, ma a nostro avviso governo e parlamento potrebbero occuparsi di cose più serie, come la crescita per creare nuovi posti di lavoro, come la riduzione della spesa pubblica e quindi il dimezzamento dei lauti stipendi e delle laute indennità dei politici.

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