martedì 7 agosto 2012

La sanità divide, il rottamatore no


Il punto del direttore del 20 maggio 2012


Non è facile e neanche bello fare le nozze con i fichi secchi. La riforma della sanità senza i 145 milioni tagliati dal governo centrale (121+24) è inevitabilmente un'operazione complessa. Perché non solo deve rispondere al criterio della razionalizzazione dei servizi, ma è imposta dalla necessità di far quadrare i conti. Quindi lo sforzo, anzi l’obiettivo è quello di garantire un'offerta all'altezza della qualità nonostante il portafoglio parecchio più leggero.

Ora il pacchetto corposo elaborato dalla giunta si avvia a fare il suo percorso e a metà giugno dovrebbe diventare legge. Per una valutazione tanto vale aspettare la conclusione dell’iter, non potendo sottacere che anche prima di conoscere i contenuti la miccia della polemica era già esplosa. La geografia del piano prevede due Aziende ospedaliere, una a Perugia, l’altra a Terni, e due Aziende sanitarie (accorpamento dell’Alta Umbria con quella del Perugino, e il Ternano con il Folignate-Spoletino). Ora al di là che si poteva ancora dimezzare ancora considerate le dimensioni della regione e soprattutto i tagli, alcuni territori hanno alzato la voce e le barricate per ottenere la sede. Come se questo argomento fosse al primo posto nell’interesse della gente a cui invece sicuramente sta più a cuore che la sanità funzioni, e funzioni bene.
Un altro motivo di protesta è la soppressione dei due, certi, punti nascita. Ad Assisi e Narni. Nella città del Poverello l’amministrazione non ci sta. E ha occupato, simbolicamente, l’ospedale lanciano strali contro la Regione. Il sindaco Claudio Ricci non è nuovo a forme di proteste eclatanti, si incatenò quando c’era il pericolo di portare via il centro studi per il turismo, si è travestito da fantasma in difesa del nosocomio. Ora, oltre l’occupazione, starà escogitando qualche altra cosa per difendere il punto nascita. A Narni il dissenso è meno espresso perché c’è la promessa della costruzione di un nuovo ospedale, poi c’è la giunta appena eletta, quindi un periodo di assestamento è comprensibile.
Non si capisce invece la posizione del Pdl che ha lasciato solo Ricci perché proprio il capogruppo del suo partito in consiglio regionale Raffaele Nevi ha dichiarato tra i primi che la riforma va bene, anzi addirittura plaude al riassetto.
Comunque anche se la scena politica è stata presa dall’argomento sanità, un altro paio di eventi vanno segnalati. Il primo è il turno di ballottaggio oggi e domani a Todi per il nuovo sindaco, gli sfidanti sono l’uscente Antonino Ruggiano di centrodestra e Carlo Rossini per il centrosinistra. L’invito, come quindici giorni fa, è di andare al voto perché la partecipazione, soprattutto nelle elezioni amministrative ma in genere a ogni consultazione, è importante, a maggior ragione in un clima di forte antipolitica come quello che stiamo vivendo.
Il secondo evento è il successo di pubblico, quasi mille persone, alla presentazione dell’ultimo libro di Matteo Renzi, sindaco di Firenze e rottamatore per antonomasia, dedicato allo Stil Novo.
Renzi, che non ha peli sulla lingua e non ha paura a sfidare l’establishment del partito, era stato invitato dal presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi nella “rossa” Umbertide. E qui, a sorpresa, ad applaudirlo in prima fila anche il primo cittadino Gianpiero Giulietti. Che ha dimostrato di apprezzare chi parla con schiettezza, chi invoca le primarie e bastona i politici di professione (“vanno rottamati, devono essere a tempo determinato, a scadenza come lo yogurt”). Ora Giulietti alla Leopolda non c’è andato, il suo assessore sì ed è tornato a casa. Ma con questo gesto il primo cittadino della Fratta si è riscattato, alla grande, facendo capire a tutti che il rottamatore umbro non può essere solo Guasticchi. Una mossa intelligente e apprezzabile perché testimonia che non si hanno i paraocchi e forse si può anche cambiare idea. Solo gli imbecilli restano fermi sulle proprie posizioni. Certo, ora è così, anche perché non ci sono scadenze elettorali in vista. Domani chissà.
Comunque Renzi è un trascinatore che si esprime con il linguaggio della gente comune, perciò piace e riempie le sale. Poi sta seminando contatti in giro per l’Italia, raccogliendo chi ha la passione per la politica e i consensi che non guastano mai, così tra quelle mille persone c’erano esponenti di Assisi, come di Perugia, ma anche di Città di Castello e di Terni. Insomma gran parte dell’Umbria è attratta dalle sirene di Renzi. Staremo vedere.

Anna Mossuto




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