martedì 7 agosto 2012

I giochi dei partiti sui rimborsi

Editoriale Radio Onda Libera del 23 maggio 2012

Politica, rimborsi ai partiti perchè la Camera dei deputati ha votato sì al dimezzamento, no all’abrogazione. Ha infatti approvato l'articolo 1 del testo che riforma il finanziamento dei partiti e il controllo dei bilanci (372 sì, 97 no e 17 astenuti).
Ma vediamo nel dettaglio cosa è accaduto perchè non è tutto chiaro e lineare. L'aula di Montecitorio ha dimezzato i rimborsi elettorali ai partiti ma nello stesso tempo ha reintrodotto il concetto di finanziamento pubblico cancellato da un referendum (e da Tangentopoli) nel 1993.

In sostanza, è modificato il sistema di contribuzione pubblica alla politica: il 70% del fondo a favore dei partiti (attualmente pari a 63,7 milioni) continua ad essere erogato a titolo di rimborso per le spese sostenute in occasione delle elezioni, mentre il restante 30% (pari a 27 milioni 300mila euro) è legato alla capacità di autofinanziamento del partito ed è erogato in maniera proporzionale alle quote associative e ai finanziamenti privati raccolti.
Come? I partiti avranno diritto a 50 centesimi per ogni euro ricevuto a titolo di quote associative ed erogazioni liberali da parte di persone fisiche o enti, con un limite massimo di 10mila euro per quota, per impedire che un solo soggetto abbia un eccessivo controllo sul partito. Le donazioni, come il tesseramento, dovranno essere dimostrate da ricevute. Tutto questo, entro e non oltre il fondo del cofinanziamento, la cui entità è stabilita a monte.
Quel che esce dalla porta, insomma, rischia di rientrare dalla finestra. A onor del vero vanno citati i partiti che hanno votato contro, e sono lega e italia dei valori. Gli altri, Pd, Pdl e Terzo polo, l'hanno scritta e votata questa legge. Cosi ancora una volta i partiti hanno dimostrato di parlare bene, quando promettono di non voler intascare soldi pubblici, e di razzolare male, malissimo quando votano leggi come queste.

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