martedì 1 agosto 2017

Ad Assisi e Terni la politica surreale

Il punto del direttore del 30 luglio 2017

In questa piccola regione capitano cose che noi umani non pensavamo di immaginare. Cose incredibili, surreali. Che vanno dalla mancanza di rispetto alla perdita della bussola, per non dire altro.
Sarà il troppo caldo che fa certi scherzi, ma onestamente sembra di vivere su un altro pianeta dove due più due fa cinque e dove le regole elementari di chi fa politica vanno a farsi benedire. E allora c'è chi si dimette da un assessorato e non lo comunica ufficialmente, poi c'è chi di bega giudiziaria in bega giudiziaria si ritrova rinviato a giudizio e fa finta di niente, fino a chi bestemmia in aula e chi insulta via social. I protagonisti pur con diversi ruoli e incarichi appartengono alla politica, sia prestati che abilitati.

I due casi emblematici di questa settimana sono Assisi e Terni, entrambi comuni governati dal centrosinistra ed entrambi nell'occhio del ciclone, da qualche settimana la città del Poverello e da qualche mese quella dell'Acciaio.
Partiamo da Assisi dove dopo la conclusione del festival delle polemiche, tra Mortaro sì, Mortaro no e Mortaro forse (luogo del Subasio palcoscenico di concerti), l'assessore alla cultura e al turismo Eugenio  Guarducci si sarebbe dimesso. Forse perché stanco delle critiche, forse perché si è sentito non sufficientemente difeso, forse perché incombe il Todi Festival peraltro con cambio di colore dell'amministrazione, di fatto c'è che anziché far conoscere la sua decisione e le motivazioni, la prode sindaco Stefania Proietti si è peritata a esprimergli fiducia. Questo è accaduto martedì. Da allora telefoni spenti e bocche cucite, senza confermare e smentire nulla, facendo assumere alla questione un so che di paradossale. Eppure i due amministratori, avvezzi a comunicare h 24 sui social, si sono letteralmente eclissati. Alla faccia della trasparenza, uno dei punti cardine del programma sbandierato dalla sindaco durante la campagna elettorale. E alla faccia del rispetto istituzionale sia nei confronti dei cittadini che hanno il diritto di sapere sia nei confronti della maggioranza che sostiene la baracca e sia nei confronti della minoranza a cui va riconosciuto sempre e comunque il ruolo di opposizione.
E' ovvio che di fronte a questo quadro sono scattate le strumentalizzazioni, le legittime aspirazioni con i sogni di rimpasto e di vedere qualche altra testa rotolare. E su questo il Pd è maestro, senza rendersi conto che se dopo vent'anni ha ripreso il Comune intelligenza imporrebbe di non mandare al macero tutto.
Comunque assodato che è mancato il buon senso in questa vicenda e non vale la giustificazione che questi sono nuovi della politica, perché allora ridateci la vecchia politica, quella che faceva le cose e rispettava le persone, quella che non si alimentava di supponenza, ma perseguiva realmente il bene comune e non calpestava le norme basilari di democrazia.
Arriviamo a Terni, città martoriata da inchieste che coinvolgono amministratori di primissimo piano, tra manette, avvisi e rinvii a giudizio. Con tutto il garantismo possibile e immaginabile, che vale per chiunque e non solo per gli amici, e con tutta la fiducia nella magistratura che tutti devono nutrire, rimane in piedi ieri come oggi una questione di opportunità che attiene squisitamente al piano politico. Un'amministrazione su cui pendono ipotesi di reato pesanti e che è stata bocciata sonoramente per quanto riguarda i conti pubblici è una governance debole, non più autorevole, ed è perdente la logica attendista sia perché non fa gli interessi della comunità e sia perché i nodi vengono sempre al pettine. Il resistere resistere resistere di borrelliana memoria è controproducente non solo per se stessi perché si viene affetti da una sorta di paralisi amministrativa che sfocia in immobilismo, ma il rischio è di far ricordare solo le cose brutte quando chi governa può consegnare un bilancio double face, fatto di successi e insuccessi, di errori e giustezze.
Certo, la gente con quest'afa micidiale è spossata e si limita ad assistere alle novità che la cronaca racconta ma guai a pensare che queste dinamiche cadranno nel dimenticatoio, al contrario resteranno impresse e torneranno alla mente appena si fisserà l'appuntamento con le urne.
Detto questo, un pensiero per le opposizioni di tutti e due i comuni. Che stanno facendo il loro compito, con convinzione e perseveranza. Del resto di fronte a questi spettacoli non approfittarne sarebbe una colpa grave.
Insomma per entrambe le situazioni chi ha la responsabilità di metterci le mani si muova prima che a rimetterci la faccia siano in tanti.

anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

Nessun commento:

Posta un commento