mercoledì 11 ottobre 2017

Giustizia insicura, cronaca scontata

Il punto del direttore dell'1 ottobre 2017
 
Cronaca di un’aggressione annunciata in tribunale. Ecco, così si potrebbe sintetizzare ciò che è successo a Perugia. Ci volevano le coltellate per riproporre il tema della sicurezza degli uffici giudiziari. Ci voleva il ferimento di due giudici che stavano svolgendo il loro lavoro per rimettere al centro del dibattito la questione dei controlli.
Eppure tutti sapevano che si sarebbe trattato solo di tempo perché prima o poi qualcosa di grave poteva accadere considerata la sorveglianza del tutto inesistente. Ed è accaduto in una normale mattinata di inizio settimana. Ora, metabolizzata la paura e smaltite le prese di posizione, a bocce ferme come si suol dire, è indispensabile riflettere e soprattutto agire tempestivamente. Urgono soluzioni immediate per garantire a chi lavora di andare in ufficio senza guardarsi alle spalle, a chi frequenta le aule di giustizia, dagli avvocati ai magistrati, ai cittadini comuni, senza paure e tensioni. E le prime misure erano già previste e da domani saranno in funzione in qualche sede. Ma il tema è più ampio e soprattutto vecchio di almeno vent'anni. Vent'anni trascorsi a dividersi e polemizzare se è meglio la cittadella giudiziaria all'ex carcere di piazza Partigiani oppure a Capanne. All’indomani dell’accoltellamento tra la rabbia e l’indignazione tutti a invocare più controlli e tutti a rispolverare l’argomento della sicurezza e quindi dell’accorpamento degli uffici giudiziari. Temi questi proposti e riproposti con comunicazioni ufficiali e relazioni dettagliate a chi di dovere, ministero in primis. Solo carte rimaste sulla carta. Passi avanti niente, responsabilità zero. Invece qualcosa poteva e soprattutto doveva essere fatto perché quegli uffici rappresentavano (e rappresentano) un pericolo per la comunità tutta. Sono trascorsi gli anni in un gioco di rimpallo estenuante, di promesse e risposte mai arrivate, mentre le componenti interessate non sempre marciavano compatte, anzi spesso e volentieri erano divise da polemiche e strumentalizzazioni. Così un minimo di livello di sicurezza, visto quello che è accaduto, non si è ottenuto, e purtroppo neanche un minimo di autocritica. Comunque, arriva sempre un momento in cui è indispensabile tracciare una riga, mettere un punto e ricominciare. Questo momento è arrivato con l’accoltellamento dei due giudici della sezione civile.
Ora si proceda uniti se si vogliono ottenere dei risultati. Vanno bene, benissimo, i metal detector e la vigilanza armata davanti a qualche ufficio, sono però soluzioni tampone, sono assaggi di prevenzione, il problema vero è la frammentazione delle sedi giudiziarie a Perugia, una decina, con un dispendio di risorse milionarie sia per i costi delle strutture che per la perdita di tempo a scapito dell'efficienza della macchina della giustizia. Qualche mese fa il procuratore capo Luigi De Ficchy lanciò da questo giornale una proposta operativa in attesa della cittadella giudiziaria. Il ragionamento era intelligente perché partiva dall’analisi della situazione, lo spezzettamento degli uffici, quindi gli innumerevoli disagi per gli operatori e i cittadini, lo spreco di denari pubblici, e il progetto della cittadella giudiziaria sul quale a parole c'era e c'è unanimità di vedute e di intenti, ma purtroppo non di fatti considerato che se parla solo da decenni e i tempi di realizzazione, conoscendo come vanno le cose nel nostro Paese, non saranno brevi. Ed ecco la proposta, il piano B, che potrebbe vedere la luce in molto meno tempo e risolvere da subito qualche problema: accorpare gli uffici della procura e della politica giudiziaria dentro il palazzo dell'Inpdap, ora Inps, di largo Cacciatori delle Alpi. Questa soluzione è di buon senso oltre che di concretizzazione in un periodo ragionevole. Allora, ci si confronti e ci si impegni sui due fronti, cittadella giudiziaria e palazzo della procura. Ma lo si faccia senza perdere altro tempo perché non c’è bisogno che ci scappino le coltellate per capire che una giustizia inefficiente e non sicura non è giustizia.

anna.mossuto@gruppocorriere.it 

Nessun commento:

Posta un commento