Un professore insulta un ragazzino di 14 anni perché è
gay, lui reagisce e il docente lo picchia con calci e pugni. Questa la notizia di cronaca accaduta in una scuola della
provincia di Perugia. E purtroppo non è la prima, né sarà l'ultima in merito a
questo fenomeno che quando si verificano fatti del genere assume toni da
pregiudizio grave. Ovviamente la notizia ha fatto il giro del Paese
scatenando reazioni e commenti durissimi.
A far riflettere e anche ad indignare di più è che la vicenda si è verificata in un'aula di una scuola pubblica, non in un bar di periferia o in condizioni alterate, l'autore è un insegnante che dovrebbe insegnare alle nuove generazioni l'importanza di valori culturali e sociali come la tolleranza e il rispetto dei diritti, anziché essere lui il protagonista di un episodio di pura inciviltà. Questo fatto testimonia purtroppo come l'ignoranza sia presente in tutte le fasce e a tutti i livelli, che l'omosessualità sia ancora vista non come una libera scelta di vita bensì come una malattia, una cosa grave di cui vergognarsi.
A far riflettere e anche ad indignare di più è che la vicenda si è verificata in un'aula di una scuola pubblica, non in un bar di periferia o in condizioni alterate, l'autore è un insegnante che dovrebbe insegnare alle nuove generazioni l'importanza di valori culturali e sociali come la tolleranza e il rispetto dei diritti, anziché essere lui il protagonista di un episodio di pura inciviltà. Questo fatto testimonia purtroppo come l'ignoranza sia presente in tutte le fasce e a tutti i livelli, che l'omosessualità sia ancora vista non come una libera scelta di vita bensì come una malattia, una cosa grave di cui vergognarsi.
Bene ha fatto il ragazzino a reagire, a rispondere per le
rime agli insulti del suo professore, bene hanno fatto i genitori a querelarlo
e a far uscire la notizia, bene ha fatto il preside dell'istituto a spostare
l'alunno in un'altra sezione. Perché queste cose al giorno di oggi non devono
più accadere, sono il frutto di una mentalità retrograda e deviata.
Poche settimane fa un altro episodio di discriminazione
si è verificato sempre in provincia di Perugia, in una scuola di danza
collegata a un istituto scolastico. Delle mamme si sono lamentate con il
responsabile cbe il maestro fosse gay. Il giovane docente per non creare
imbarazzo ha deciso di lasciare la scuola. Ma in questo caso dal capo
dell'istituto agli altri genitori c'è stata una gara di solidarietà e vicinanza
con l'invito a non andare via, a non mollare. Perché, lo ripetiamo,
l'omosessualità non è anormalità; poi sul concetto di normale o non normale ci
vorrebbe un'enciclopedia per spiegarlo.
Comunque l'auspicio è che su questa storia non ci si
fermi qui, che se ne continui a parlare, che il ministro Giannini intervenga
con un provvedimento severo nei confronti dell'insegnante che se si comporta in
questo modo non può stare in una classe, a formare ed educare i giovani. Che
non si spengano i riflettori su un un caso del genere.
Ecco questo è il nostro pensiero. E siamo convinti che in
tanti lo condividono.
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